DAI MONACI DEL DESERTO

La loro specialità sono le olive, gigantesche e molto saporite. Ma, in pieno deserto, hanno strappato fazzoletti di terra dove si producono ortaggi e frutta. Sono i monaci copti egiziani di Wadi Al Natrun, la valle del nitro, il sale caro ai faraoni che veniva utilizzato per la mummificazione. Sveglia alle 4 di mattina per la preghiera comune. E poi un alternarsi tra lavoro e preghiera fino alla sera, tra cupole color sabbia, come tutto ciò che circonda i monasteri.
All’interno delle chiese, dove si entra senza scarpe, come in moschea, si sentono risuonare canti e preghiere, dove l'arabo si alterna al copto, una sorta di greco antico.
Wadi Al-Natrun, Egitto, quasi tre ore dal Cairo, tempeste di sabbia permettendo. Qui ci sono quattro tra i monasteri più antichi del mondo, dove è nato il monachesimo oltre 1700 anni fa e che oggi rifiorisce con la presenza di centinaia di religiosi.
Nel monastero di San Bishoi sono circa duecento; più o meno altrettanti nei tre conventi limitrofi. Vere e proprie oasi, punti di riferimento per la gente dei villaggi. I monaci sono padri spirituali, teologi, ma anche medici, agronomi, ingegneri, fisioterapisti, dentisti, farmacisti. Arrivano al convento tutti con una laurea in tasca, pronti ad insegnare nuove tecniche agricole o a curare malattie. Traducono manoscritti antichi ma non disegnano smartphone, web e tv perche', come dice Abuna Sarabamun, "dobbiamo restare in contatto con il mondo, sapere che cosa accade, anche per pregare per la gente fuori di qui".
   Le feste, come il Natale, sono una occasione per festeggiare con tutti i villaggi vicini, dove la maggior parte degli abitanti sono musulmani. Si offrono soprattutto dolci e cioccolata; pasti in comune che rompono i lunghi digiuni della tradizione dei monaci copti, dalla calotta nera ricamata con dodici croci dorate, tante quanti sono gli apostoli. "Le relazioni sono molto strette, viviamo insieme da secoli", dice Abuna Makary del monastero di Baramos. Ma questo dialogo secolare tra cristiani e musulmani non cancella le paure di una Chiesa da sempre 'ferita'. I monasteri costruiti sin dall'origine come fortezze, con tanto di cunicoli e passerelle di legno per fuggire all'occorrenza, sono accessibili solo dopo stretti
controlli, tra metal detector e torrette presidiate dai militari. Lungo la via ci sono, sparsi come per caso, anche presidi pesanti, con carri armati e giovani con elmetti e giubbotti antiproiettili.
Ma la paura non è la ‘cifra’ di questi cristiani. E con piacere aprono la porta a tutti, offrendo tè alla menta e olive, cioccolata e piccole banane. Con la gioia di chi ha lasciato il mondo e ha trovato tutto.



A pranzo dai monaci la tavola è ricchissima. Nonostante sia il periodo del lungo digiuno d’Avvento in cui la maggior parte delle pietanze sono a base di verdure, riso e cerali. Ecco due ricette: la crema di lenticchie rosse e il riso con i ‘capelli d’angelo’, il Roz bil shaareyya.

Ricetta egiziana

Ingredienti

-      lenticchie rosse decorticate
-      aglio o scalogno
-      burro
-      sale
-      pepe
-      cumino
-      coriandolo
-      lime o limone

Preparazione

1.   Lavare le lenticchie portare ad ebollizione l’acqua in pentola. Una volta che l'acqua bolle, versarci dentro le lenticchie e abbassare la fiamma lasciando che si cuociano lentamente e avendo cura di girarle ogni tanto finché non saranno pronte.
2.   Una volta cotte versarle in un colino e lasciare sgocciolare tutta l'acqua. Nel frattempo mettete a cuocere in una padella capiente e dal bordo alto una noce di burro e aggiunger l'aglio (o lo scalogno), il cumino e il sale a piacere. Versare le lenticchie scolate, mescolare il tutto e cuocere a fuoco basso, finché non prenderanno la consistenza di una purea.
3.   Servire la crema con un ciuffo di coriandolo fresco, una spolverata di pepe e due fette di limone.

Ricetta con riso

Ingredienti

-      2 bicchieri di riso Basmati
-      4 bicchieri di acqua calda 
-      sale 
-      1 cucchiaino di burro o 2 cucchiaini di olio  
-      1/2 bicchiere di capelli d'angelo fatti a pezzi di 1 cm

Preparazione
1.   Scaldare l'acqua. 
2. In una pentola mettere il burro o l'olio e aggiungere la pasta spezzettata; rosolare la pasta e quando prende un colore dorato aggiungere il riso (lavato precedentemente). 
3. Quindi versare l'acqua calda che deve coprire di poco il riso e la pasta. Salare e mescolare. Abbassare la fiamma e coprire la pentola con un coperchio (come per il riso pilaf), lasciare cuocere fino quando tutta l'acqua sarà assorbita (circa 20 minuti). 

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