E’ l’episodio della sua vita più ricordato e
celebrato nell’iconografia: Martino che divide il suo mantello con un povero.
Lui sul cavallo nella sua divisa militare, l’altro a terra seminudo. E’ questo
il momento in cui il soldato si converte e cambia la sua vita.
Martino di Tours (Sabraia, 316 circa –
Candes-Saint-Martin, 8 novembre 397), è stato un vescovo cristiano del IV
secolo. Originario della Pannonia, nell'odierna Ungheria, esercitò il suo
ministero nella Gallia, oggi Francia, del tardo impero romano. E’ tra i primi
santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica, ed è venerato anche da
quella ortodossa e da quella copta. Si celebra l'11 novembre, giorno dei suoi
funerali avvenuti nell'odierna Tours.
Nato in Ungheria, in un avamposto militare
dell’impero romano, Martino era figlio di un militare e fu chiamato così in
onore di Marte, dio della guerra. La famiglia si trasferì poi a Pavia dove il
padre, veterano, ottenne un podere. Ma il figlio fu richiamato alle armi e
trasferito in Gallia. E’ qui nel 335, durante una ronda, che incontra il povero
al quale dà la metà del suo mantello. La notte seguente vide in sogno Gesù
rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli:
“Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”.
Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Un sogno, questo, che
cambiò radicalmente la vita del soldato dell’impero romano. Intanto chiese il
battesimo e divenne cristiano. Poi rimase nell’esercito per altri vent’anni ma
all’età di circa 40 anni lo lasciò per cominciare un’altra vita. Combattè
contro le eresie e condusse per un periodo una vita da eremita. Tornato a
Poitiers, al rientro del vescovo cattolico, divenne monaco e venne presto
seguito da nuovi compagni, fondando uno dei primi monasteri d'occidente, a
Ligugé, sotto la protezione del vescovo Ilario. Nel 371 fu nominato vescovo, ma
continuò ad abitare nella sua semplice casa di monaco e proseguì la sua
missione di evangelizzatore creando nel territorio nuove piccole comunità di
monaci.
San Martino morì l'8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin.
Tante le tradizioni legate a San Martino,
soprattutto nel mondo germanico.
In Sicilia invece è tradizione preparare dei
biscotti con i quali si festeggiava il rinnovo dei contratti agrari e in quell’occasione
si stappava anche il primo Moscato proprio per servirlo con i biscotti da
intingere.
Ricetta regionale
Ingredienti
-
500
gr. farina 00
-
125
gr. strutto
-
80
gr. Zucchero
-
30
gr. lievito di birra
-
20
gr. semi di finocchio
Preparazione
1.
Mescolare
la farina setacciata, lo zucchero, lo strutto, i semi di finocchio ed il
lievito di birra fatto rinvenire con un pochino di acqua tiepida. Lavorate il
tutto ed aggiungete un pochino di acqua tiepida fin quando l'impasto non
diventa lavorabile con le mani. Lasciare lievitare per alcune ore.
2.
Dividere
l’impasto e realizzare dei filoncini. Arrotolare il filone di impasto su se stesso realizzando una
sorta di chiocciola da appiattire leggermente con il palmo della mano.
3. Mettere i biscotti di
San Martino su una teglia ricoperta di carta forno ed infornate a 200 C per 10 minuti poi,
abbassate la temperatura del forno a 180 C e cucinate per altri 20 minuti. In ultimo, mettete
nuovamente i biscotti nel forno a 160
C per 20 minuti.
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