Nato vicino a Potenza nel 1726, morì nel
1755. Di famiglia povera, San Gerardo cominciò come sarto, il lavoro del padre,
che fu costretto a intraprendere, senza peraltro grande successo, per mantenere
la famiglia quando il genitore morì. Poi tentò invano di diventare Cappuccino. Bussa
allora alla porta dei Redentoristi ma neppure loro vorrebbero accogliere questo
ragazzo senza arte né parte. Ma lui, rinchiuso in casa dalla madre su
suggerimento degli stessi religiosi, scappa calandosi dalla finestra con delle
lenzuola annodate. Lascia un foglio con su scritto: “Vado a farmi santo” e
tutti capiscono che la sua fuga aveva come obiettivo proprio il convento. Viene
accolto dunque per il noviziato dai Redentoristi ed emette i voti come fratello
coadiutore. Lo mandano come “Fratello inutile” in vari conventi dove fa di
tutto: il cuoco, il giardiniere, il sacrestano, il portinaio, l’addetto alla
pulizia della stalla e in tutte queste umili semplicissime mansioni l’ex
ragazzo “inutile” si esercita a cercare la volontà di Dio. Ai poveri
distribuisce tutto, anche i suoi pochi effetti personali. Muore nella notte tra
il 15 e il 16 ottobre 1755. Beatificato da Leone XIII nel 1893, Gerardo Maiella (che la Chiesa ricorda il 16 ottobre) è stato proclamato santo da Pio X nel 1904.
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