A due passi da Palazzo Madama, nel cuore di
Roma, c’è una basilica che ogni giorno accoglie a pranzo un centinaio di poveri
e rifugiati. Proprio dentro la chiesa. E’ l’opera portata avanti da qualche
anno da monsignor Piero Sigurani a Sant’Eustachio. A chi gli chiede come sia
nata l’idea, don Piero risponde di avere sofferto la povertà nella sua famiglia,
di aver provato la paura della guerra, di aver cercato e sperato nell’accoglienza.
E oggi, Rettore della basilica dopo essere andato in pensione da parroco, ad
accogliere è lui. “Papa Francesco ha detto che dobbiamo portare i poveri al
centro, dalle periferie al centro, e io li porto proprio qui al centro della
città e dello Stato”, dice alludendo alla vicinanza non solo del Senato ma
anche della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio. Ma don
Sigurani fa riferimento anche alla figura di Sant’Eustachio perché “ha sempre
dato da mangiare, fin da quando era pagano, a chi ne aveva bisogno”. Poi la
basilica nel Medioevo era un punto di sosta per i pellegrini che qui “avevano
il diritto di essere ospitati per tre giorni, mangiando e dormendo proprio qui
dentro”. E allora oggi questa tradizione si rinnova guardando però agli ultimi.
Aperta il 1° dicembre 2014, tutti i giorni la “basilica mensa” ospita 120-130
persone per un pasto caldo. Vedendo il Papa a pranzo, in un Giovedì Santo, monsignor Siguranti ha raccontato questa esperienza e gli ha anche detto: "Santità noi alla fine del pranzo diamo sempre
il dolce e il caffè perché diciamo che con il primo e la carne si sfama la
pancia ma il dolce e il caffè sfamano il cuore".
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