MAMMA AFRICA

C’è un bar a Ventimiglia che ha fatto dell’accoglienza la sua carta da visita. E’ il Bar Hobbit: la proprietaria è una signora italiana di nome Delia ma tutti la chiamano Mamma Africa. La proprietaria – racconta l’Osservatore Romano – accoglie i migranti, dà loro la possibilità di mettere sotto carica i telefoni cellulari, offre bevande, cibo e frutta. In questo locale si aiutano i clienti anche a trovare casa e lavoro, si aiutano a compilare le domande per i permessi di soggiorno e le richieste di asilo. Tutto è cominciato due anni fa, per una precisa scelta di Delia: «Una domenica pomeriggio vidi fuori sul marciapiede di fronte al bar in terra tante mamme con i loro bambini che piangevano per la fame. Sono uscita e li ho invitati a entrare spiegando loro che non avevano nessun obbligo di consumazione, e che avrei dato gratuitamente da mangiare ai bambini. Le madri si vergognavano, non volevano entrare perché senza soldi, ma ho insistito e alla fine hanno accettato. Da lì è partito il tam tam tra di loro. Parecchi mi chiamano Mamma Africa ». «Alcuni volontari della Caritas, altri di movimenti e della Chiesa stessa, insieme a Medici senza frontiere — prosegue Delia parlando con il giornale della Santa Sede — mi hanno aiutata. Mi fa molto piacere che il bar sia diventato un punto di riferimento anche per le associazioni umanitarie. La mia non è stata una scelta, bensì una necessità: quella di non voltarmi dall’altra parte quando mi sono trovata di fronte una mamma e due bambini per strada a stomaco vuoto in pieno inverno». 

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