“L’uomo della speranza”: questo fu Ladislao
Bukowiński (Berdyczów, Ucraina, 22 dicembre 1904 - Karaganda, Kazakhstan, 3
dicembre 1974) per i suoi compagni di prigionia nei lager sovietici e per i
cattolici del Kazakhstan, tra i quali, dal 1956 fino alla morte nel 1974, egli
fu apostolo della fede. Bukowiński, proclamato beato a settembre, ha attraversato nella sua
vita processi, detenzioni, lavori forzati, messe clandestine ma anche aiuti ai più poveri nei villaggi kazaki. Sono
numerosi gli aneddoti per descrivere lo spessore interiore di quest’uomo che fu
perseguitato da nazisti e comunisti e che non si stancò mai di portare
speranza, serenità e consolazione. Il Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il cardinale Angelo Amato, nella messa di beatificazione, ricordò che “durante la prigionia il suo rosario era fatto di palline di pane legate con lo spago e con una
croce di filo di ferro”.
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