C’è una vigna a Roma che si dice sia stata piantata da
Madre Teresa e che in ogni caso lei ‘usava’ per spiegare alle consorelle che si
può dare frutto - come scritto nel Vangelo - solo se si è attaccati a Cristo come i tralci alla vite.
Nel libro “Madre Teresa. Il segreto della santità” di
Saverio Gaeta (edizioni San Paolo), un volume ricchissimo che ripercorre la
vita della santa dalla nascita a Skopje, il 26 agosto del 1910, fino alla morte
a Calcutta, il 5 settembre 1997, si parla anche di questa vigna.
“La seconda tappa estera, dopo il Venezuela, fu l’Italia,
e più precisamente Roma – racconta Saverio Gaeta -. Con discrezione, lo stesso
Paolo VI aveva fatto informare Madre Teresa del proprio desiderio in tal senso,
ma la religiosa non ne era molto convinta, poiché pensava che a Roma non ci
potessero essere poveri. Nel 1967 un giro nella periferia cittadina le permise
di scoprire invece una realtà diversa da quella immaginata, e così il 22 agosto
1968 la casa fu aperta nella zona dell’Appia, dapprima in via Quinzio Flaminino
e, tre anni dopo, in quel vicolo di Torre del Fiscale che sarà a lungo il
noviziato delle Missionarie e che attualmente ospita la comunità dei Padri. Si
trova proprio qui quella vigna, che copre il cortile interno, alla quale tante
volte Madre Teresa si è riferita per attualizzare le parole di Gesù sulla vite
e i tralci, riportate nel capitolo 15 del vangelo di Giovanni, e che ella
chiedeva a tutte le suore di imparare a memoria”.
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