DE GUSTIBUS A SAN VALENTINO

De gustibus. C’è chi ama i cioccolatini, chi le torte burrose e chi semplicemente un piatto di pasta che ricorda i sapori dell’infanzia. Per questo oggi, San Valentino, cucinerò per lui la ‘struncatura’, una pasta calabrese che alle origini era la pietanza dei più poveri. Le donne che lavoravano alla molitura del grano raccoglievano infatti gli avanzi, anche scopando a terra, per fare la loro pasta. Per ragioni igieniche venne proibita la vendita e comunque veniva ‘spacciata’ di contrabbando. La pasta di per sé, originariamente, aveva un sapore acidulo e per questo veniva condita con sapori forti, come le acciughe e il peperoncino.
Da piatto dei più poveri, oggi, con una lavorazione particolare fatta di acqua e semole senza setacciamento, è diventata una pietanza da chef, tanto che è stata presentata all'Expo di Milano tra i piatti ‘simbolo’ delle culture regionali del Paese.

Ricetta del mio San Valentino

Ingredienti

-      Struncatura
-      Olio
-      Sale
-      Cipolla o scalogno (andrebbe in verità l’aglio)
-      Acciughe
-      Olive nere
-      Concentrato di pomodoro
-      Pangrattato
-      Peperoncino

Procedimento

1.   Mettere in una padella ampia l’olio, far rosolare la cipolla; aggiungere le acciughe, poi il concentrato di pomodoro, le olive nere sminuzzate, e una spolverata di peperoncino.
2.   Mettere la struncatura in acqua bollente con un filo d’olio e poco sale, far cuocere il tempo indicato.
3.   Far tostare il pangrattato.
4.   Condire la pasta con la salsa, completare con il pangrattato.


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